Sul trasferimento dei dati personali dei cittadini a imprese private 

La firmataria ha presentato domanda per ricevere l'indennità per richiedenti lavoro dopo essersi presa cura per diversi anni dei suoi genitori anziani. È stata invitata a partecipare a una prima riunione con il servizio irlandese di attivazione, Jobpath, che è fornito da un'impresa privata britannica, Seetec. La firmataria sostiene che tale impresa raccoglie i dati personali dei richiedenti lavoro che usufruiscono dei suoi servizi o che vi si registrano e che, intimorita dal fatto che i suoi diritti alla protezione dei dati potessero essere lesi, si è rifiutata di sottoscrivere il contratto presentatole dall'impresa. Ha comunque partecipato a diverse riunioni, seppure il Dipartimento di protezione sociale le abbia applicato tariffe penalizzanti e sospensioni che, secondo lei, sono illegittime. La firmataria fa riferimento a una decisione della Corte d'appello irlandese che stabilisce che l'imposizione di tariffe penalizzanti e sospensioni era attuata in maniera illegittima dal Dipartimento di protezione sociale nel momento in cui un partecipante prendeva parte alle riunioni di Jobpath e mostrava interesse a partecipare al corso di formazione ma non era disposto a sottoscrivere il contratto. Ella sostiene altresì che il Dipartimento di protezione sociale abbia condiviso i suoi dati personali con fino a sei imprese, a sua insaputa e senza il suo permesso. La firmataria dichiara che ciò contravviene alle normative dell'UE in materia di protezione dei dati, in particolare per quanto concerne la giurisprudenza della CGUE relativa alla causa Bara.