Gentili Sottoscrittrici e Sottoscrittori della Petizione,
riprendiamo il filo del discorso della nostra comunicazione del 6 gennaio 2023, per informarvi che riprenderemo con il Consiglio regionale della Lombardia, insediatosi il 15 marzo scorso, le ragioni della Petizione, ricordandone qui in breve le richieste:
“… la revoca della D.C.R. XI/16 del 15 maggio 2018, la sospensione contestuale del processo attuativo dell’Accordo preliminare del 28 febbraio 2018 e degli atti a esso connessi, oltre che di ogni relativo mandato diretto al conferimento a Regione Lombardia di ulteriori forme e condizioni di autonomia ai sensi dell’art. 116, c. 3 Cost. cit., interrompendo le relative negoziazioni con il Governo al fine di ulteriori prerogative legislative e funzioni amministrative. ..."
Tali richieste per l'attribuzione di 21 materie ex art. 116 c. 3 della Costituzione si accompagnano alla certezza della prosecuzione delle trattative intercorse tra Regione Lombardia e il Governo Draghi e ora Meloni, nel contesto definito dal recente disegno di legge di attuazione dell'autonomia differenziata regionale presentato dal Ministro R. Calderoli. Tutto questo mentre Regione ha dichiarato la volontà di accellerare le richieste di attribuzione delle competenze in materia di energia, ambiente, governo del territorio, ecc. per le quali non è necessaria la definizione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni). Per chiedere trasparenza sul processo in atto, capirne le conseguenze e la portata nazionale, oltre che per promuovere forme di partecipazione e mobilitazione civile su questi temi, vi invitiamo a partecipare all'iniziativa promossa da ANPI Milano e CGIL Lombardia mercoledì 12 aprile 2023, ore 18, presso la Camera del Lavoro di Milano, corso di Porta Vittoria, 43.
In quest'occasione, facciamo nostre le parole di Isaia Sales, parlamentare, docente e scrittore che, a Napoli, 7 marzo 2023, nel corso di un'assemblea promossa dalla CGIL Napoli e Campania. “L’Italia a pezzi. La Campania contro l’autonomia differenziata” ha dichiarato: “Questa non è autonomia differenziata, ma autonomia diseguagliante, che punta sul rendere più disuguale l’Italia. Anzi, rende la disuguaglianza un fatto costituzionale. Quindi credo che ci sia molto da preoccuparsi perché se tutte le Regioni, non solo Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, dovessero contemporaneamente chiedere quei poteri, lo Stato centrale si disintegra, non esiste più la nazione”.
Vi aspettiamo o vi invitiamo a collegarvi sui canali social. Un caro saluto!
Care/i cittadine/i sottoscrittori della Petizione popolare, con augurio di buon inizio dell'Anno nuovo, desideriamo inmformarvi sugli sviluppi della raccolta firme che si è conclusa il 15 dicembre 2022.
Tra il 15 ottobre 2021 e il 15 dicembre 2022 abbiamo raccolto le adesioni alla Petizione popolare ”No all’attuazione del regionalismo differenziato in Lombardia” tramite la piattaforma online Open Petition, Si è trattato di un’iniziativa di prima conoscenza e discussione pubblica sul’attuazione dell’autonomia differenziata regionale in Lombardia, promossa dalle Associazioni Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Libertà e Giustizia e i Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata.
Nata come iniziativa gemella di quella promossa dal Comitato regionale Emilia Romagna, che ha portato alla presentazione al Consiglio regionale oltre tremila firme e alla discussione nell’Assemblea il 22 luglio 2022, la nostra Petizione è scaturita dal lavoro unitario delle Associazioni citate che, a partire dalle rispettive ispirazioni e differenze, hanno lavorato sul legame tra gli aspetti culturali, giuridici e istituzionali del regionalismo differenziato nella realtà regionale lombarda e al suo contrasto. ... Sopra, in allegato, trovate la lettera itnegrale, qui i nostri ringraziamenti e speranze di continuare insieme il percorso intrapreso.
Di seguito un primo bilancio dell’iniziativa e del suo prosieguo: clicca qui
Giovedì 16 Giugno 2022, alle ore 10:00, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione della "Proposta popolare di modifica artt. 116 e 117 della Costituzione", su iniziativa della senatrice Loredana De Petris.
La Conferenza può essere seguita al link: webtv.senato.it/webtv_live
Nel contesto della ripresa di iniziativa governativa per l'attuazione dell'autonomia differenziata regionale, testimoniato dalla pubblicazione ufficiosa del testo del disegno di legge a cura della Ministra M. Gelmini (28.4.2022), accanto alla presentazione di due disegni legge di abrogazione dell'art. 116 comma 3 della Costituzione (AS 2618) a cura dei Gruppi parlamentari di Manifesta alla Camera e del senatore Gregorio De Falco (Gruppo Europeisti MAIE Centro Democratico) al Senato (17 maggio 2022), si inserisce la presentazione di un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare, promosso dal Coordinamento per la democrazia costituzionale ed elaborato da un gruppo di giuristi ed esperti. All'esposizione delle motivazioni e dei contenuti, seguiranno ulteriori iniziative di promozione e la raccolta firme che si svolgerà entro sei mesi.
3.2. Bozza del disegno di legge governativo sull'attuazione del comma 3 dell'art. 116 Costituzione (28 aprile 2022)
DISEGNO DI LEGGE
Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione
...
ART. 4
(Principi relativi all’attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali corrispondenti alle funzioni oggetto di conferimento)
1. Le risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all’esercizio da parte della Regione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sono definiti dall’intesa di cui all’articolo 2 nei termini di spesa storica sostenuta dalle amministrazioni statali nella Regione per l’erogazione dei servizi pubblici corrispondenti alle funzioni conferite quale criterio da superare a regime con la determinazione dei costi, dei fabbisogni standard e dei livelli di servizio cui devono tendere le amministrazioni regionali quali strumenti di valorizzazione e valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della loro azione amministrativa e per il finanziamento delle funzioni riconducibili ai livelli di essenziali di prestazione di cui all’articolo 117, comma secondo, lettera m) della Costituzione. I fabbisogni standard sono determinati dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard di cui all’articolo 1, comma 29, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 entro dodici mesi dall’approvazione della presente legge.
2. L’intesa di cui all’articolo 2 individua altresì le modalità di finanziamento delle funzioni conferite tra i tributi propri, la compartecipazione o la riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale, tali da consentire l’integrale finanziamento delle competenze conferite, in coerenza con l’articolo 119, quarto comma, della Costituzione.
ART. 5
(Durata delle intese e successione di leggi nel tempo. Monitoraggio)
1. L’intesa di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione ha durata decennale e può in qualunque momento essere modificata su iniziativa dello Stato ovvero della Regione interessata, con le medesime modalità previste nell’art. 2.
2. Le norme statali vigenti nelle materie devolute alle Regioni ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione continuano ad applicarsi nei relativi territori fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni regionali disciplinanti i profili oggetto dell’intesa.
3. La Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie e la Regione possono, anche congiuntamente, disporre verifiche su specifici profili o settori di attività oggetto dell’intesa e a tal fine ne concordano le modalità operative.
4. L’Ufficio parlamentare di bilancio di cui all’articolo 16 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (da indicare la direzione preposta), procedono annualmente alla valutazione degli oneri finanziari derivanti, per ciascuna regione interessata, dall’esercizio delle funzioni e dall’erogazione dei servizi connessi all’autonomia differenziata, anche ai fini dell'adeguamento dei profili finanziari dell'intesa.
n.b.: il testo non è ufficiale, potrebbe in seguito subire ulteriori modifiche
3.1. Bozza del disegno di legge governativo sull'attuazione del comma 3 dell'art. 116 Costituzione (28 aprile 2022)
DISEGNO DI LEGGE
Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione
ART. 1
(Finalità)
1. La presente legge definisce i principi generali per l’assegnazione delle funzioni connesse con il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, nonché le modalità procedurali di approvazione delle intese fra Stato e Regione.
ART. 2
(Procedimento di approvazione delle intese fra Stato e Regione)
1. L'atto d'iniziativa relativo all'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia regionale, di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, è deliberato dalla regione, sentiti gli enti locali, secondo le modalità e le forme stabilite nell’ambito della propria autonomia statutaria. L’atto è trasmesso al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, che entro trenta giorni avvia il negoziato con la Regione richiedente ai fini dell’approvazione delle intese di cui al presente articolo.
2. Lo schema di intesa preliminare fra Stato e Regione è approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Presidente della Giunta regionale.
3. Entro dieci giorni dalla sottoscrizione, lo schema di intesa è trasmesso alle Camere per l’espressione del parere da parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali di cui all’articolo 126, terzo comma, della Costituzione. Il parere è reso entro trenta giorni dalla ricezione dello schema di intesa, audìto il Presidente della Regione interessata
4. Decorso il termine di cui al comma 3, il Presidente del Consiglio dei ministri o, se delegato, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, sottopone lo schema di intesa definitivo al Consiglio dei ministri nelle forme di un disegno di legge di mera approvazione dell’intesa. Alla seduta del Consiglio dei Ministri partecipa il Presidente della Regione interessata.
5. Le Camere deliberano a maggioranza assoluta sul disegno di legge di cui al comma 4.
6. Sono fatti salvi gli atti di iniziativa delle Regioni presentati al Governo prima della data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 3
(Livelli essenziali delle prestazioni)
1. Nelle materie elencate alla data di entrata in vigore della presente legge dall’articolo 14, comma 1, lettere da a) a d), del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, la previa definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, è condizione necessaria per il trasferimento delle funzioni e delle risorse corrispondenti.
2. Qualora la legge statale, successivamente all’entrata in vigore della legge riproduttiva dell’intesa, stabilisca livelli essenziali delle prestazioni ai sensi dell’articolo 14, comma 1, lettera e), del decreto legislativo n. 68 del 2011 in materie oggetto dell’intesa, la Regione interessata è tenuta a garantirli disponendo le necessarie variazioni di bilancio. In caso di inerzia della Regione si applica l’articolo 120, comma secondo, della Costituzione.
3. La definizione dei livelli essenziali delle prestazioni di cui ai commi precedenti avviene secondo la procedura prevista dall’art. 13, comma 4, del medesimo decreto legislativo n. 68 del 2011.
EPPUR SI MUOVE! IL FENOMENO CARSICO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA REGIONALE È RIPRESO!
2. COSA SUCCEDE IN LOMBARDIA?
Diversamente dai Presidenti delle Regioni Veneto ed Emilia-Romagna, che hanno ripetutamente preso posizione per un’attuazione rapida delle richieste avanzate in materia di autonomia differenziata e negoziato con la Ministra M. Gelmini, il Presidente della Lombardia Attilio Fontana ha adottato un profilo basso, di poche dichiarazioni, non per questo meno nette: infatti Fontana è contrario per principio a una legge quadro, che vede come interferenza al rapporto diretto tra Regione e Governo (19 novembre 2021).
Poiché l’art. 2. c. 6 del disegno di legge Gelmini garantisce alle Regioni che abbiano già avanzato richieste la salvaguardia delle loro richieste, la Lombardia può rivendicare l’attuazione dei contenuti dell’Accordo preliminare del 2018, salvo ulteriori richieste oggetto di trattativa con il Governo e sino ad ora coperte da segreto.
In particolare, in Lombardia il connubio tra normativa sanitaria vigente, recentemente riformata con la l.r. 22/2021, e l’attuazione delle richieste di autonomia differenziata, produrrebbe un‘ulteriore e definitiva sconnessione dai principi del SSN e dalle sue normative di riferimento.
DOBBIAMO OPPORCI AL DDL GELMINI E ALL’ATTUAZIONE DEL REGIONALISMO DIFFERENZIATO per i rischi indicati dall’economista Gianfranco Viesti (@profgviesti, 3 giugno 2022):
- marginalizzazione del Parlamento,
- differenziazione dei diritti di cittadinanza,
- frammentazione delle politiche pubbliche
e per opporci al tentativo di auto-assoluzione delle classi dirigenti della Lombardia rispetto alla gestione della pandemia, per contrastare la non comprensione dei differenti bisogni della popolazione e dei territori che emerge nella prospettiva dell’autonomia differenziata, per reagire all’irresponsabilità della classe politica del Nord-est che continua a riproporre un primato che affonda in privilegi consolidati (testimoniati dal riferimento alla spesa storica di cui all’art. 4 del ddl), perché così come prospettata l’autonomia differenziata è in contrasto radicale con la possibilità di ricostruire prioritariamente beni pubblici e servizi pubblici universali, accessibili nell’intero territorio nazionale, acuendo il divario Nord-Sud e le differenze entro le stesse aree macro-regionali, di cui non si affrontano le fragilità e gli squilibri emergenti. Facciamo appello a tutti coloro che pensano che occorra trarre lezioni dalla pandemia e ora dalla prospettiva della guerra in Europa, per ripensare una politica a misura umana e non predatoria, che sia capace di parlare e includere tutto il Paese nel rispetto integrale della Costituzione.
Proprio nell’impostazione errata del ddl Gelmini ritroviamo le ragioni della Petizione popolare al Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, che vi invitiamo a sottoscrivere e diffondere, insieme a tutte le iniziative in atto nel Paese dirette a informare e comprendere gli obiettivi e le conseguenze effettive dell’autonomia differenziata regionale.
EPPUR SI MUOVE! IL FENOMENO CARSICO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA REGIONALE È RIPRESO!
2. COSA SUCCEDE IN LOMBARDIA?
Diversamente dai Presidenti delle Regioni Veneto ed Emilia-Romagna, che hanno ripetutamente preso posizione per un’attuazione rapida delle richieste avanzate in materia di autonomia differenziata e negoziato con la Ministra M. Gelmini, il Presidente della Lombardia Attilio Fontana ha adottato un profilo basso, di poche dichiarazioni, non per questo meno nette: infatti Fontana è contrario per principio a una legge quadro, che vede come interferenza al rapporto diretto tra Regione e Governo (19 novembre 2021).
Poiché l’art. 2. c. 6 del disegno di legge Gelmini garantisce alle Regioni che abbiano già avanzato richieste la salvaguardia delle loro richieste, la Lombardia può rivendicare l’attuazione dei contenuti dell’Accordo preliminare del 2018, salvo ulteriori richieste oggetto di trattativa con il Governo e sino ad ora coperte da segreto.
In particolare, in Lombardia il connubio tra normativa sanitaria vigente, recentemente riformata con la l.r. 22/2021, e l’attuazione delle richieste di autonomia differenziata, produrrebbe un‘ulteriore e definitiva sconnessione dai principi del SSN e dalle sue normative di riferimento.
DOBBIAMO OPPORCI AL DDL GELMINI E ALL’ATTUAZIONE DEL REGIONALISMO DIFFERENZIATO per i rischi indicati dall’economista Gianfranco Viesti (@profgviesti, 3 giugno 2022):
- marginalizzazione del Parlamento,
- differenziazione dei diritti di cittadinanza,
- frammentazione delle politiche pubbliche
e per opporci al tentativo di auto-assoluzione delle classi dirigenti della Lombardia rispetto alla gestione della pandemia, per contrastare la non comprensione dei differenti bisogni della popolazione e dei territori che emerge nella prospettiva dell’autonomia differenziata, per reagire all’irresponsabilità della classe politica del Nord-est che continua a riproporre un primato che affonda in privilegi consolidati (testimoniati dal riferimento alla spesa storica di cui all’art. 4 del ddl), perché così come prospettata l’autonomia differenziata è in contrasto radicale con la possibilità di ricostruire prioritariamente beni pubblici e servizi pubblici universali, accessibili nell’intero territorio nazionale, acuendo il divario Nord-Sud e le differenze entro le stesse aree macro-regionali, di cui non si affrontano le fragilità e gli squilibri emergenti. Facciamo appello a tutti coloro che pensano che occorra trarre lezioni dalla pandemia e ora dalla prospettiva della guerra in Europa, per ripensare una politica a misura umana e non predatoria, che sia capace di parlare e includere tutto il Paese nel rispetto integrale della Costituzione.
Proprio nell’impostazione errata del ddl Gelmini ritroviamo le ragioni della Petizione popolare al Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, che vi invitiamo a sottoscrivere e diffondere, insieme a tutte le iniziative in atto nel Paese dirette a informare e comprendere gli obiettivi e le conseguenze effettive dell’autonomia differenziata regionale.
EPPUR SI MUOVE! IL FENOMENO CARSICO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA REGIONALE È RIPRESO!
1.
Nelle ultime settimane sono stati resi noti tre accadimenti significativi riguardo l’attuazione dell’autonomia differenziata:
1) a diffusione di una bozza non ufficiale del disegno di legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” (in allegato) e della sua relazione illustrativa (28 aprile 2022) a cura della Ministra M. Gelmini;
2) la proposta di un disegno di legge quadro in materia a cura del PD Veneto (23 maggio 2022) e, infine, 3)
3) la presentazione di due disegni legge parlamentari per l’abrogazione del c. 3 dell’art. 116 della Costituzione (AS 2618) a cura dei Gruppi parlamentari di Manifesta alla Camera e del senatore Gregorio De Falco (Gruppo Europeisti MAIE Centro Democratico) al Senato (17 maggio 2022).
Non potendo dire in queste circostanze “ben scavato vecchia talpa!”, si può riconoscere in questo dinamismo il venire al pettine di snodi istituzionali lungamente attesi e sinora, almeno per il primo caso, coperti da un immotivato riserbo e da trattative segrete ininterrotte tra i Presidenti delle Regioni, i partiti e il Ministero degli Affari istituzionali. Trattative e negozi intercorsi a seguito dell’insediamento del Governo Draghi e dell’inserimento del disegno di legge sull’autonomia differenziata nel collegato alla Legge finanziaria, senza avere sinora in alcun modo informato e coinvolto il Parlamento e la cittadinanza.
LA BOZZA DEL DISEGNO DI LEGGE QUADRO GELMINI è da considerarsi attendibile, anche se è ancora oggetto di trattative e accordi preliminari tra la Ministra e i partiti, al fine di porla al riparo di contestazioni e rinvii nel dibattitto parlamentare, volendo la Ministra portarla in discussione entro il mese di luglio prossimo: essa richiede una valutazione attenta per la sua esibita indifferenza, sia riguardo le indicazioni emerse in un ventennio di dibattito costituzionale sia rispetto le risultanze della Commissione insediata dalla Ministra stessa nel 2021. In modo quasi speculare al risultato del disegno di legge delega per la riforma fiscale, non di mediazione alta della politica si tratta, ma del congelamento della competenza politica e istituzionale, agito al livello più basso in forza delle “larghe intese” tra le forze politiche. Un passo indietro, anche rispetto al disegno di legge Boccia (2019), con effetti rovinosi in un Paese immemore del suo stato reale e che riduce e svilisce il ruolo del Parlamento.
In questo contesto, a cui ha corrisposto un lungo silenzio da parte dei grandi quotidiani nazionali e media televisivi, IL DISEGNO DI LEGGE QUADRO A CURA DEL PD DEL VENETO, che intende dialogare sia a livello locale sia con il testo proposto dalla Ministra, è invece il segnale di posizioni diversificate nel Partito che, in questo caso, sono nel segno del “migliorismo”, ossia della sottomissione al quadro normativo attuale, pur limitando le richieste regionali a sette materie, senza alcuna messa in discussione dell’approccio adottato dalla Regione Veneto; ma tanto basta al Presidente L. Zaia ad assoldare nel novero dei sostenitori dell’autonomia veneta gli zelanti promotori della proposta. Questo accade mentre nessuno nel Partito Democratico e a livello di Regione Emilia-Romagna ha risposto alle osservazioni critiche sull’attuazione dell’autonomia differenziata espresse dal Sindaco di Bologna, Matteo Lepore (9 marzo 2022).
I DUE DISEGNI DI LEGGE DI INIZIATIVA PARLAMENTARE sono il primo segnale di un’opposizione netta all’iniziativa governativa; essi nascono sostenuti dalla mobilitazione in atto dal 2019 da parte dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata. In prospettiva si annunciano ulteriori iniziative di contrasto all’attuazione del regionalismo differenziato, tra cui la presentazione di un disegno di legge di revisione costituzionale di iniziativa popolare, promosso da un gruppo di giuristi e dal Coordinamento per la democrazia costituzionale. Ė in corso altresì la raccolta di firme delle Petizioni popolari al Presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna e della Lombardia.
continua ...
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