Vogliamo finalmente poter esercitare i nostri diritti di codeterminazione politica!

La petizione va a
il Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano

179 Firme

Raccolta voti terminata

179 Firme

Raccolta voti terminata

  1. Iniziato settembre 2025
  2. Raccolta voti terminata
  3. Presentata
  4. Dialogo con il destinatario
  5. Decisione

La petizione è indirizzata a: il Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano

Questi diritti ci sono garantiti dallo Statuto di Autonomia. Non viviamo, come spesso si sostiene, in una democrazia esclusivamente parlamentare. No, la riforma dello Statuto di Autonomia del 2001 (articolo 47) ci ha resi cittadini legislatori sia attraverso lo strumento del referendum propositivo e anche conferendoci con il referendum confermativo il controllo sulle leggi del Consiglio provinciale. Tuttavia, l'SVP da 24 anni impedisce l'applicazione di questo diritto democratico con mezzi fraudolenti. Ciò avviene senza tenere in alcuna considerazione che, come in altri paesi europei, oltre il 70% della popolazione altoatesina di età compresa tra 18 e 80 anni afferma che i referendum sono almeno altrettanto importanti delle elezioni (vedi sondaggio ASTAT di novembre 2022).

La prima legge provinciale sulla democrazia diretta è stata approvata nel 2005 e una nuova nel 2018. Entrambe presentano carenze che ne hanno ripetutamente impedito la messa in pratica. Pertanto, nel 2023, otto partiti hanno presentato due proposte di legge elaborate dall'Iniziativa per più democrazia, che saranno discusse nella sessione plenaria del Consiglio provinciale all'inizio di ottobre. Queste proposte di legge mirano ad apportare le modifiche minime necessarie all'attuale legge provinciale sulla democrazia diretta per permettere una sua efficace attuazione.
Questa richiesta viene presentata in una lettera aperta (link alla lettera) da finora 29 organizzazioni al Consiglio provinciale dell'Alto Adige.
È importante che il maggior numero possibile di cittadine e cittadini firmino questa petizione al Consiglio provinciale. Se un numero considerevole di persone la sosterrà, il Consiglio provinciale sarà costretto ad agire, a prendere nella dovuta considerazione questa richiesta per avere finalmente una democrazia completa.

Le modifiche richieste sono le seguenti:
Con la Proposta di legge I

  • è previsto esplicitamente che siano ammissibili le iniziative popolari in materia ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto di autonomia (leggi sulla forma di governo = legge elettorale e legge sulla democrazia diretta e la partecipazione). Dal 2020, questa proposta è stata respinta per motivi dubbi dalla commissione della Giunta provinciale, che decide sull'ammissibilità delle richieste di referendum;
  • sarà determinata la nuova composizione di questa commissione. Essa dovrà avvenire nel rispetto delle riserve costituzionali relative alla nomina di giudici locali in tali organismi e in conformità con le normative vigenti in altre regioni italiane. Ciò eviterà parzialità e, tra le altre cose, garantirà il diritto di ricorso;
  • il compito di questa commissione è definito e circoscritto in modo preciso.

Le ragioni di queste richieste di modifica sono reperibili in dettaglio nel seguente link.

La proposta di legge II prevede:

  • l'introduzione della raccolta delle firme online, già utilizzabile a livello statale;
  • di ridurre o scaglionare il numero delle firme richieste in base all'importanza e all'efficacia dei singoli strumenti di democrazia diretta;
  • di ampliare la cerchia delle persone autorizzate a certificare le firme;
  • che i cittadini e le cittadine possano firmare il loro sostegno in ogni comune altoatesino e non solo nel proprio comune di residenza;
  • informazioni esaurienti ai cittadini e alle cittadine sulle iniziative popolari e sui referendum proposti.

Le ragioni di queste richieste di modifica sono reperibili in dettaglio nel seguente link.

Motivazioni:

Noi come Iniziativa per più democrazia lavoriamo in Alto Adige dal 1994 per completare - e non sostituire come alcuni sostengono - la democrazia elettiva e parlamentare con gli strumenti della democrazia diretta, partecipativa e digitale (vedi Manifesto della democrazia di Dobbiaco).
È invece l’SVP che dal 1994 nega alle cittadine e ai cittadini della nostra provincia il godimento dei diritti politici garantiti loro dallo Statuto di autonomia (dal 2001).

  • Nel 1997 con l'intervento a Roma contro l'introduzione dell'iniziativa popolare, approvata in Consiglio regionale con i voti di tre "dissidenti" dell'SVP;
  • nel 2005 con l’approvazione di una legge che prevedeva un quorum di partecipazione del 40%, quorum che ha portato al fallimento dei primi referendum provinciali nel 2009;
  • nel 2013, con una nuova legge provinciale sulla democrazia diretta, che avrebbe impedito lo svolgimento di referendum, contro la quale abbiamo indetto un referendum, che la commissione della giunta provinciale ha cercato di impedire con perfidi argomenti, ma che ha potuto svolgersi grazie a una sentenza del tribunale e con la quale la legge è stata bocciata dalla popolazione altoatesina;
  • nel 2018 con una nuova legge provinciale sulla democrazia diretta, che presentava già gravi carenze quando fu redatta con la partecipazione dei cittadini e le cui carenze furono ulteriormente aggravate quando fu approvata dal Consiglio provinciale;
  • nel 2021, con il tentativo difficilmente comprensibile dell’SVP di abolire il referendum sulle leggi provinciali, appena introdotto in vista della prossimità delle elezioni provinciali (2018), e nuovamente sventato dai cittadini con un referendum dopo un tentativo scandaloso della Commissione di impedirlo;
  • nel 2022 con una drastica riduzione della cerchia di coloro che erano precedentemente autorizzati a certificare le firme a sostegno di iniziative popolari e petizioni;
  • nel 2023 con il dimezzamento del termine per la presentazione di un referendum sulle leggi provinciali da 20 a 10 giorni, per citare solo i casi più gravi di frode.

Di solito, le leggi provinciali vengono approvate per essere applicate. Nel caso della "democrazia diretta", a quanto pare, no. La legge è stata o avrebbe dovuto essere modificata cinque volte, e ogni volta si è rivelata inapplicabile. A quanto pare, l'idea era quella di salvare le apparenze, in modo da poter proclamare di avere "una legge bella e valida, a cui bisogna solo dare il tempo di dimostrare il suo valore" (come ha affermato il capogruppo parlamentare dell'SVP il 20 settembre 2024).
Basta! Non tollereremo più questa continua frode. Vi preghiamo di condividere e firmare la petizione per chiedere che la legge provinciale sulla Democrazia Diretta 22/2018 venga finalmente resa utilizzabile.

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Dati della petizione

Petizione avviata: 03/09/2025
La raccolta termina: 05/10/2025
Regione: Provincia autonoma di Bolzano
Categorie: Diritti civili

Novità

  • “Difetti tecnici”? Non esistono! Si veda la relazione illustrativa!
    I negoziati tra maggioranza e minoranza iniziano questa settimana.

    L'8 e il 9 ottobre scorso otto partiti hanno presentato in Consiglio provinciale due disegni di legge, proposti originariamente dall'Iniziativa per più democrazia, al fine di rendere finalmente praticabile il diritto di co-determinazione dei cittadini.

    Grazie all'unità degli otto partiti in questo intento la minoranza (di opposizione) è diventata maggioranza con 18 voti e le due proposte avrebbero potuto essere approvate!
    Il Presidente della Provincia ha affermato che entrambi i disegni di legge sarebbero stati respinti a causa di presunte “carenze tecniche”. Basta però leggere le relazioni sui disegni di legge per capire che tali carenze non esistono.(https://api-idap.landtag-bz.org/doc/IDAP_715577.pdf)
    La “minoranza” e la maggioranza di governo hanno deciso insieme di rinviare la discussione per tentare di raggiungere un accordo. Trattandosi delle modifiche minime necessarie per l'applicabilità della legge provinciale 22/2018, è però escluso un compromesso che le possa limitare o addirittura possa nuovamente impedire la sua applicabilità.
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    Come riportato dai media, l'8 e 9 ottobre è iniziata la discussione dei due disegni di legge dell'Iniziativa per più democrazia, presentati da 8 (!) partiti alla fine del 2023 nel Consiglio provinciale. Prima delle elezioni del 2023, essi si erano impegnati a modificare la legge sulla democrazia diretta e la partecipazione in modo tale che, dopo 25 anni, i diritti di co-determinazione potessero finalmente essere utilizzati. I due disegni di legge avrebbero dovuto essere presentati al Consiglio provinciale nel 2022 come proposte di legge di iniziativa popolare, ma la raccolta delle firme non aveva avuto successo a causa dei nuovi ostacoli posti dal Presidente della Provincia, che avevano reso ancora più difficile il superamento di un ostacolo già di per sé troppo alto.

    Alla luce di una lettera aperta firmata da 34 organizzazioni sulla questione e di oltre mille sostenitori di una petizione in merito, la semplice correttezza avrebbe voluto che venisse proposto un incontro per poter esporre in modo costruttivo i motivi delle proposte avanzate.

    Ma nemmeno la discussione in aula del Consiglio provinciale avrebbe dovuto aver luogo, dopo che la commissione legislativa aveva respinto l'esame del contenuto delle proposte. Gli otto partiti hanno invece reso possibile che ciò avvenisse, ritirando le loro mozioni nel tempo a loro riservato in quanto opposizione. La maggioranza di governo invece non ha avuto altro da offrire se non la richiesta di ritiro dei due disegni di legge.

    La maggioranza non si aspettava una tale determinazione per questo fine, “la partecipazione dei cittadini alle decisioni!”. Così la “minoranza” è diventata maggioranza con 18 voti!

    Il Presidente ha fatto sapere fin dall'inizio che l'SVP avrebbe respinto i due disegni di legge motivando la decisione con presunte “carenze tecniche”, senza entrare minimamente nel merito della loro presentazione in Consiglio e di ciò che propongono. Di “carenze tecniche” si può parlare però solo se non si tiene conto di quanto esposto nella relazione che accompagna il disegno di legge (https://api-idap.landtag-bz.org/doc/IDAP_715577.pdf). Tali difetti semplicemente non esistono, motivo per cui questa motivazione del rifiuto appare come un tentativo di creare incertezza e screditare. In ogni caso, d'intesa con l'“opposizione”, è stato deciso il rinvio per tentare di raggiungere un accordo. Le trattative tra maggioranza e minoranza inizieranno questa settimana.

    L'impegno assunto dagli 8 partiti di attuare integralmente i due disegni di legge, poiché contengono comunque solo le modifiche minime necessarie, esclude qualsiasi compromesso che peggiori nuovamente la praticabilità della legge 22/2018 o la impedisca nuovamente.

    L'Iniziativa per più democrazia EO ringrazia gli 8 partiti (Team K, Süd-Tiroler Freiheit, Grüne verdi verc, Freiheitliche, Freie Fraktion, Wir Bürger, PD, JWA), che prendono molto sul serio l'impegno assunto nei confronti dei cittadini e tra questi in particolare i primi firmatari dei due disegni di legge, Brigitte Foppa e Alex Ploner. In particolare, ringrazia l'assessora provinciale Ulli Mair, che, nonostante la sua appartenenza alla maggioranza e al governo provinciale, ha mantenuto la parola data, anteponendo la sua decisione di coscienza al mero mantenimento del potere. Esprimiamo il nostro rispetto alla consigliera provinciale Renate Holzeisen, che ha affrontato le sue perplessità in merito con un proprio disegno di legge sulla libera informazione e ha annunciato il suo voto favorevole. Un riconoscimento va anche al consigliere provinciale Thomas Widmann per la sua apertura nei confronti della questione. Fratelli d'Italia invece ha violato l'impegno preso nei confronti dei cittadini, perdendo così ogni credibilità.
  • Consegna della Lettera aperta di 34 organizzazioni e della petizione di 1.054 cittadine e cittadini al Presidente del Consiglio provinciale Arnold Schuler.

    Viene chiesta una votazione libera, non soggetta a imposizioni di partito sui due disegni di legge presentati da 8 partiti in Consiglio prov. affinché vengano resi finalmente praticabili i diritti politici di codeterminazione.

    Ieri, martedì 7/10, in vista dell'avvio della trattazione dei due disegni di legge è avvenuta la consegna al Presidente del Consiglio provinciale Arnold Schuler. Il messaggio che gli è stato consegnato in nome di 34 organizzazioni e 1.054 cittadine e cittadini:

    - Da 24 anni ai cittadini altoatesini viene negato l'esercizio del diritto di codeterminazione politica garantito dalla Costituzione. Un esempio è la limitazione della cerchia delle persone autorizzate all'autenticazione delle firme di sostegno a richieste referendarie. Per 15 anni gli insegnanti e il personale sanitario, in quanto funzionari pubblici, sono stati incaricati a svolgere questa funzione senza problemi, ma nel 2021 il presidente della Provincia ha revocato loro questa competenza. In questo modo non è stato più possibile ricorrere nemmeno allo strumento più debole, ovvero la proposta di legge di iniziativa popolare. Allo stesso tempo, in Italia è stata introdotta la raccolta firme online! Per questo motivo, sono stati otto partiti che hanno presentato in Consiglio provinciale i disegni di legge da noi elaborati.

    - In una lettera aperta, 34 organizzazioni e 1.054 cittadini chiedono con una petizione che, con l'approvazione dei due disegni di legge ora all'esame del Consiglio provinciale, vengano creati i requisiti minimi necessari per rendere applicabili gli strumenti referendari previsti dallo Statuto di autonomia.

    - Chiediamo che la votazione avvenga nella forma come previsto dalla Costituzione e in conformità con il diritto dei consiglieri del Consiglio provinciale, come formulato sul sito web del Consiglio regionale:
    “Anche per i componenti e le componenti del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano vale la regola, tipica della democrazia rappresentativa, desumibile dall'articolo 67 della Costituzione e tecnicamente definita "divieto di mandato imperativo": in base a esso, il consigliere/la consigliera provinciale, in quanto rappresentante dell'intera popolazione della provincia di Bolzano e non solo dei propri elettori/delle proprie elettrici o comunque di partiti o di pressione variamente configurabili, non può ricevere né dagli uni né dagli altri indicazioni circa il modo in cui deve svolgere il suo mandato, ma è libero/a e indipendente, anche se comprensibilmente sarà portato/a a farsi carico, in particolare, delle esigenze e dei bisogni del suo elettorato.”

    - Se anche questa volta la maggioranza di governo dovesse impedire l'applicabilità degli strumenti di democrazia diretta respingendo i due disegni di legge, dovrà aspettarsi che i cittadini dell'Alto Adige non esiteranno a rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite per far valere i propri diritti. Ne sono un esempio i cittadini italiani Michele De Lucia e Mario Staderini, che nel 2022, con l'introduzione della raccolta firme online, hanno ottenuto dalla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite l'applicabilità del diritto di referendum previsto dalla Costituzione.

    - Inoltre, tra tre anni ci saranno nuovamente le elezioni provinciali!

    La discussione dei disegni di legge inizierà molto probabilmente giovedì 9 ottobre la mattina. Stamattina nel Palazzo del Consiglio prov. si è svolta oggi una conferenza stampa indetta dai 8 partiti che ora rendono possibile la trattazione dei due disegni di legge.
  • Un grande e sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno firmato la petizione e hanno contribuito a raggiungere quota 1.000!

    Solo una settimana fa temevamo di dover decidere se fosse controproducente consegnare 500 firme al Consiglio provinciale. Con oltre 1.000 firme, ora non c'è più alcun dubbio.
    La consegna al presidente del Consiglio provinciale Arnold Schuler è prevista per domani, martedì, alle ore 14:15.
    Il nostro messaggio che gli affideremo:
    - Da 24 anni ai cittadini altoatesini viene negato l'esercizio del diritto di codeterminazione politica garantito dalla Costituzione. Solo un esempio è la limitazione della cerchia delle persone autorizzate all'autenticazione delle firme di sostegno a richieste referendarie. Per 15 anni gli insegnanti e il personale sanitario, in quanto funzionari pubblici, sono stati incaricati a svolgere questa funzione senza problemi, ma nel 2021 il presidente della Provincia ha revocato loro questa competenza. In questo modo non è stato più possibile ricorrere nemmeno allo strumento più debole, ovvero la proposta di legge di iniziativa popolare. Allo stesso tempo, in Italia peo è stata introdotta la raccolta firme online! Per questo motivo hanno dovuto intervenire otto partiti che hanno presentato in Consiglio provinciale i disegni di legge da noi elaborati.
    - In una lettera aperta, 34 organizzazioni e 1.054 cittadini chiedono con una petizione che, con l'approvazione dei due disegni di legge ora all'esame del Consiglio provinciale, vengano creati i requisiti minimi necessari per rendere applicabili gli strumenti referendari previsti dallo Statuto di autonomia.
    - Chiediamo che la votazione avvenga nella forma come previsto dalla Costituzione e in conformità con il diritto dei consiglieri del Consiglio provinciale, come formulato sul sito web del Consiglio regionale:
    “Anche per i componenti e le componenti del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano vale la regola, tipica della democrazia rappresentativa, desumibile dall'articolo 67 della Costituzione e tecnicamente definita "divieto di mandato imperativo": in base a esso, il consigliere/la consigliera provinciale, in quanto rappresentante dell'intera popolazione della provincia di Bolzano e non solo dei propri elettori/delle proprie elettrici o comunque di gruppi di interesse o di pressione variamente configurabili, non può ricevere né dagli uni né dagli altri indicazioni circa il modo in cui deve svolgere il suo mandato, ma è libero/a e indipendente, anche se comprensibilmente sarà portato/a a farsi carico, in particolare, delle esigenze e dei bisogni del suo elettorato.”.
    - Se anche questa volta la maggioranza di governo dovesse impedire l'applicabilità degli strumenti di democrazia diretta respingendo i due disegni di legge, dovrà aspettarsi che i cittadini dell'Alto Adige non esiteranno a rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite per far valere i propri diritti. Ne sono un esempio i cittadini italiani Michele De Lucia e Mario Staderini, che nel 2022, con l'introduzione della raccolta firme online, hanno ottenuto dalla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite l'applicabilità del diritto di referendum previsto dalla Costituzione.
    - Inoltre, tra tre anni ci saranno nuovamente le elezioni provinciali!

    La discussione dei disegni di legge inizierà mercoledì 8 ottobre. Chi ha tempo e voglia può seguirla dalla tribuna del pubblico. Vi comunicheremo l'orario esatto.
    Ancora una volta, grazie di cuore a tutti e cordiali saluti.
    s.i. del Direttivo dell'Iniziativa
    Stephan Lausch

Perchè un regime in cui l'unica facoltà dei cittadini consiste nel rinunciare al potere decisionale che ci spetterebbe in una democrazia cedendolo ad un gruppetto di tutori coatti, non potrà mai dirsi una democrazia, ma semmai solo una sua vergognosa caricatura. Nessuna propaganda, per quanto insistente e martellante, potrà mai smentire la verità di questo dato di fatto.

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