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Comune di Bologna ritira i bandi dei mercati contadini!

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assessore Alberto Aitini, Giunta del Comune di Bologna
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Egregio assessore Alberto Aitini, spettabile Giunta del Comune di Bologna,

con questa petizione vi chiediamo di ritirare i bandi per la concessione del suolo pubblico per i mercati contadini, di avviare una revisione, pubblica e partecipata, del regolamento comunale per i mercati contadini - a partire dalla proposta elaborata da Campi Aperti - e di prorogare tutte le convenzioni in essere, per tutti i mercati di vendita diretta, fino alla definitiva approvazione di un nuovo regolamento.

Qui il testo della proposta di modifica del regolamento per i mercati contadini

Gerekçe

1) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐚𝐫𝐞𝐞 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐚𝐭𝐚𝐥𝐢, 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨, 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐩𝐚𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐫𝐜𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢. Se non fosse chiara la differenza: non è la stessa cosa aver investito tempo, denaro e fatica per impiantare un orto e non saper cosa fare di casse di zucchine e meloni rispetto a dover trovare un altro fornitore per delle scope da giardino da rivendere. Togliere mercati ai contadini significa uccidere le realtà agricole del nostro territorio;

2) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐨𝐧𝐨 𝐚 𝐬𝐜𝐚𝐭𝐞𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚. Una guerra tra poveri dove chi vince non partecipa nemmeno alla gara. Sempre i soliti, indicibilmente più forti: è la grande distribuzione organizzata, che non ha bisogno di partecipare a bandi per avere spazi commerciali, mentre i contadini si combattono un posto al mercato;

3) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐞̀ 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 “𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨” 𝐮𝐧𝐚 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐚𝐭𝐨. Quella idea di mercato che Campi Aperti promuove ormai da vent’anni a Bologna. Si, perché, sennò, non avrebbe senso non riconoscere punteggi per l’esperienza pregressa nella gestione dei mercati contadini. Così come non favorire chi potrebbe proporsi come gestore delle quattro aree contemporaneamente. L’unico senso che ravvediamo è punitivo: assegnate mercati “sperimentali” a soggetti che quei mercati li animano da anni, in alcuni casi da decine d’anni;

4) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐫𝐞𝐚 𝐮𝐧 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐫𝐞𝐞, 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨. Cosa direte alle migliaia di avventori di quei mercati? E cosa dovrebbero fare i contadini dei quintali di cavolfiori già piantati nei campi che saranno pronti per la raccolta in autunno?;

5) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐫𝐞𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐢𝐭𝐚̀. Crediamo, e siamo convinti di aver dimostrato, che i nostri mercati sono molto più che spazi commerciali: sono luoghi di costruzione di una comunità. Spazi di socializzazione e di reciproco riconoscimento. E allora, francamente, non si capisce il motivo per il quale, ogni due anni (perché comunque l’assegnazione dura solo due anni di sperimentazione), queste comunità dovrebbero sciogliersi per poi, se va bene, riaggregarsi altrove;

6) 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞' 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐮𝐠𝐠𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢: i nostri co-produttori, frequentano i mercati per motivi precisi, non solo perché offriamo prodotti biologici, non pratichiamo la compravendita, garantiamo la dignità del lavoro nei campi, abbiamo un sistema di garanzia partecipata. Frequentano i nostri mercati perché insieme siamo una comunità, dove partecipano ai processi decisionali rispetto a prezzi, politica e progetti. Si tratta di mercati di comunità, fatti di produttori e co-produttori, mercati che hanno un'anima e non di aree mercatali generiche, dove un mercato vale l'altro e se cambiano i produttori e l'organizzazione del mercato fa lo stesso.

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tartışma

Favorire l'acquisto di prodotti agricoli direttamente dai produttori tramite i mercati contadini sostiene l'economia del territorio e garantisce la salvaguardia dell'ambiente. Campi Aperti è la più grande associazione del territorio per storia e numero di produttori coinvolti. Dunque garantendo la continuità dei mercati si sostengono l'economia del territorio e la salvaguardia ambientale!

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