Region: Piemonte

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Per l’abbandono di ogni richiesta di Autonomia differenziata. Petizione popolare in Regione Piemonte

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Consiglio regionale del Piemonte

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Ansökan riktar sig till: Consiglio regionale del Piemonte

Per l’abbandono di ogni richiesta di Autonomia differenziata Petizione popolare ai sensi dell’art. 85, comma 1, dello Statuto Regionale del Piemonte
 
Al Presidente del Consiglio regionale del Piemonte
p.c.: Al Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio
 
Il Comitato regionale per il ritiro di ogni Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, e le/i cittadine/i sottoscrittori/sottoscrittrici - residenti nella Regione Piemonte - esprimono il proprio dissenso in relazione al progetto di autonomia differenziata che viene perseguito dal governo e dalla maggioranza parlamentare.

A fronte del fatto che la Regione Piemonte ha intrapreso a più riprese iniziative ai sensi dell’art. 116 c. 3 Cost. volte ad ottenere “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” relativamente alle materie di cui all’art. 117c. 3 Cost., i/le sottoscritti/e richiedono che tali azioni si fermino e si apra una reale discussione pubblica che coinvolga davvero tutta la popolazione.

Anche nella nostra Regione, nell’estate scorsa, cioè in un tempo brevissimo e scomodissimo, più di 30.000 cittadini avevano aderito alla raccolta-firme per il referendum abrogativo della legge n. 86 del 2024 (c.d. “Calderoli”), contribuendo così in modo significativo al raggiungimento di ben 1.300.000 sottoscrizioni a livello nazionale. Benché la Corte Costituzione abbia dichiarato inammissibile il referendum (sentenza n. 10 del 2025), la campagna ha dimostrato una volontà diffusa e maggioritaria nel Paese di contrarietà ad una Autonomia che, se attuata, intaccherebbe la garanzia dei diritti, nonché i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà, rimettendo in causa l’unità della Repubblica. D’altronde, la stessa Corte Costituzionale, con la sentenza n. 192 del 2024, aveva “smantellato” la Legge Calderoli, riconoscendo di fatto i pericoli denunciati dai promotori del referendum e dichiarando in particolare:

- che «la devoluzione non può riferirsi a materie o ad ambiti di materie, ma a specifiche funzioni»;
- che il trasferimento di sole funzioni debba avvenire per esigenze peculiari del territorio da dimostrare con apposita istruttoria e secondo il principio di sussidiarietà («l’adeguatezza dell’attribuzione della funzione ad un determinato livello territoriale di governo va valutata con riguardo a tre criteri: l’efficacia e l’efficienza nell’allocazione delle funzioni e delle relative risorse, l’equità che la loro distribuzione deve assicurare e la responsabilità dell’autorità pubblica nei confronti delle popolazioni interessate all’esercizio della funzione»)
- che al Parlamento venga riconosciuto un ruolo imprenscindibile sia nella determinazione dei LEP-Livelli essenziali di prestazione («si tratta, in definitiva, di decidere i livelli delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali, con le risorse necessarie per garantire uno standard uniforme delle stesse prestazioni in tutto il territorio nazionale») sia nell’approvazione delle intese con le singole Regioni.

L’attuazione dell’AD, in effetti, “spaccherebbe” l’Italia accentuando e contribuendo a creare ed accrescere disuguaglianze sia a livello territoriale che in relazione alle condizioni personali e sociali delle persone.
A fronte della campagna referendaria, della sentenza della Corte Costituzionale, dei pericoli insiti nell’Autonomia differenziata che appaiono ogni giorno più evidenti, l’Emilia-Romagna ha fatto con grande chiarezza e coraggio un passo indietro, revocando il consenso all’accordo preliminare d’intesa già raggiunto col Governo nel 2018.

Noi sottoscrittori chiediamo che la Regione Piemonte segua la stessa strada, sia per quanto riguarda l’insieme delle materie per le quali a suo tempo è stata richiesta l’Autonomia (delibera Giunta Chiamparino n. 319-38783, del 6/11/2018 e delibera della Giunta Cirio n. 1-501, del 15/11/2019) sia per quelle per le quali, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la Giunta Cirio ha comunque avviato la trattativa con il Governo (Protezione civile) o ha chiesto di avviarla (le altre otto materie classificate dal governo stesso come non-LEP *).

Con la presente Petizione chiediamo dunque al Consiglio regionale, e quindi ai nostri rappresentanti sul territorio, di impegnarsi - con apposito Atto di indirizzo - ad interrompere il percorso diretto ad ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia legislativa ai sensi dell’art. 116 c. 3 Cost.
 
(*) Le nove materie che il governo ha individuato come non-LEP sono: Rapporti internazionali con l’UE; Commercio con l’estero; Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento finanza pubblica e sistema tributario; Casse di risparmio rurali e aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; organizzazione della giustizia di pace

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Diciamo NO alla frammentazione del Paese e all'aumento delle diseguaglianze!
La petizione chiede alla Regione Piemonte di abbandonare ogni richiesta presentata o in via di presentazione di intesa con il governo per l’attuazione dell’Autonomia differenziata, come già fatto dalla Regione Emilia-Romagna, anche a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che riconosce i pericoli del processo e dell’applicazione della Legge n. 86 del 2024 (C.d. Calderoli).

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Information om petitionen

Petitionen har startats: 2025-06-23
Insamlingen slutar: 2025-12-22
Region: Piemonte
Kategori : Medborgerliga rättigheter

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Per impedire che si formino mega istituti con più di 1500 studenti e 250 docenti. Tale situazione mina la democrazia scolastica e rende caotica e ingestibile il funzionameto degli organi collegiali e il il confronto democratico tra docenti.

Ritengo impensabile che ci sia una autonomia differenziata in ogni settore.

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