Петицію адресовано:
Sindaca - Presidente del Consiglio comunale - Consiglieri/e comunali
I monumenti non preservano la memoria tanto quanto la plasmano, non tanto la riflettono quanto la creano. (James E. Young)
In vista degli anniversari dei più devastanti bombardamenti su Foggia del 22 luglio e 19 agosto 1943, ci chiediamo se proprio in una città distrutta in profondità dalla guerra che venne dal cielo possa trovare spazio un monumento che rappresenta in chiave moderna proprio il mezzo con cui corpi, edifici e identità furono sventrati.
Può Foggia ospitare un’opera commemorativa di un aereo da guerra (caccia G.91T), ossia proprio di uno strumento di morte con cui furono uccisi migliaia di civili?
A nostro avviso, la risposta non può che essere “NO”.
Ed è proprio qui ed ora, in una fase di recrudescenza bellica e militarizzazione delle coscienze – con i morti quotidiani in Palestina, Ucraina, Libano, Siria, Sudan, Congo e altrove – che, per motivi non solo “locali”, ma anche internazionali, appare ancor più necessaria la scelta di dismettere quell’aereo militare e riconoscere pieno rispetto alle persone morte, ferite, mutilate, sfollate e traumatizzate a vita dall’orrore dei bombardamenti e delle guerre di allora e di oggi, in cui i civili sono il 90% delle vittime.
È possibile vedere nitidamente – anche in ragione delle targhe presenti presso il monumento – il legame che il caccia crea tra Foggia e la base militare di Amendola, di cui assume le sembianze di cupo presidio. Un aeroporto di elevata importanza strategica e pienamente integrato nella NATO, da cui partirono gli aerei che uccisero i civili in ex Jugoslavia nel ‘99, in cui sono ospitati i costosissimi F35 ed un centro di comando/controllo di droni, dove sono stati dove sono stati addestrati ed ospitati (anche lo scorso 11 febbraio 2025!) piloti e comandanti delle forze aeree israeliane, artefici del genocidio a Gaza.
Non si tratta – è bene evidenziarlo senza ambiguità – di voler contrapporre le morti civili a quelle militari, queste ultime ricordate dal cippo presente ai piedi dell’aereo; ciò che anima la storica rivendicazione del movimento pacifista foggiano, che già 20 anni fa si oppose alla realizzazione del monumento, è bensì la volontà di allontanare dalla città qualsiasi simbolo di glorificazione della guerra, a maggior ragione se posto in un luogo in cui risulta visibile da migliaia di persone che ogni giorno vi transitano accanto.
La richiesta di rimozione del caccia sito dinanzi al Palazzo della Provincia rappresenta l’altra faccia di una “medaglia” pacifista che milioni di persone in Italia e a Foggia portano con convinzione: nonostante la disinformazione. Vari sondaggi attestano che la maggioranza del Paese è contraria ad armare l’Ucraina, al vertiginoso aumento delle spese militari, alle posizioni UE sulle guerre in corso. Se tali opinioni continuano ad essere ignorate dal Governo nazionale (prove ne sono l’aumento al 5% del PIL per gli armamenti e la sua debolissima reazione al genocidio compiuto da Israele), crediamo che proprio dal Comune di Foggia possa essere innalzato con orgoglio il vessillo del pacifismo, deliberando la rimozione dell’aereo militare e dando così continuità e coerenza politica alle bandiere della pace e della Palestina (“Foggia per Gaza”) esposte sulla facciata del municipio.
Non vogliamo che tale rimozione sia fine a sé stessa, né tantomeno che la cittadinanza vi assista passivamente (come fu per l’installazione). Per questo crediamo che il Comune, magari in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, possa lanciare un concorso di idee per la sostituzione del caccia con un monumento “universale” dedicato alla Pace, da affiancare a quello, doveroso ed erigendo, destinato alle vittime “locali” del 1943. Entrambi simboli ispirati da un sentimento di orrore per la guerra, per tutte le guerre e di pietà per le vittime, per tutte le vittime.
Noi foggiani e foggiane sappiamo bene quanto ci sia bisogno, per questa città, di un rinnovato senso di appartenenza, in parte distrutto anch'esso dalle bombe del '43, visti i tanti sfollati che non tornarono più a viverci.
Far diventare Foggia pienamente e consapevolmente città “martire”, cioè “testimone” di pace, può essere anche un modo per ricostruire la sua identità?
Il simbolo [ed ogni monumento lo è] non è solo un mezzo per rappresentare, ma un modo di abitare il mondo. (M. Merleau-Ponty)
Perché la guerra così viene celebrata non condannata