Chiarezza sullo stato di attuazione del Piano Vaccinale adottato dalla Regione Basilicata

Con la presente un gruppo di cittadini melfitani intende richiamare l'attenzione pubblica su alcuni nodi critici della campagna vaccinale anti-Covid che meritano di essere esaminati e discussi in ossequio ai principi di efficienza e trasparenza.

Riteniamo, infatti, che la popolazione del Melfese, già stremata dai devastanti effetti della pandemia, debba essere tutelata nell'esercizio del diritto alla salute ed abbia ragione di essere informata sullo stato di attuazione del Piano Vaccinale adottato dalla Regione Basilicata.

A fronte delle problematiche sanitarie ancora irrisolte e dato il consolidarsi di uno scenario epidemiologico regionale che ancora relega la nostra amata Basilicata tra le regioni italiane a maggior rischio di contagio, affermiamo che non ci si può permettere leggerezze illogiche e derive irresponsabili.

È notizia diffusa nelle ultime ore che in qualche Centro Vaccinale del territorio siano stati addirittura gettati dei vaccini, non essendo stato possibile destinarli ai cittadini prenotati.

È una circostanza incresciosa ed immotivata che induce a chiedersi perché non siano state adottate le più opportune cautele atte a recuperare in tempo utile le dosi non somministrate e a garantire un'equa redistribuzione tra altri cittadini.

Tale evenienza non può che suscitare un'immediata reazione di amarezza e di sdegno che affidiamo a queste righe libere e disinteressate affinché giunga integra la denuncia di un gesto irresponsabile, non altrimenti qualificabile.

Ci si chiede, a questo punto, perché le vaccinazioni, che per scarsità di dosi continuano a nsvolgersi solo in alcuni Comuni, non siano potenziate dal recupero tempestivo dei vaccini in eccedenza, entro i tempi biologici che ne preservano la validità.

In particolare, occorre che il territorio di Melfi sia attenzionato con maggior cura e risolutezza, in considerazione della vasta popolazione e delle significative incidenze che un'inadeguata copertura vaccinale di quel bacino demografico potrebbe avere su importanti comparti della produzione industriale locale e nazionale.

Il ritardo nell'avvio delle vaccinazioni per i cittadini anziani ultra ottantenni è peraltro un fatto inaccettabile.

È con questo stato d'animo che intendiamo, pertanto, esprimere la nostra viva preoccupazione e, insieme, la ferma disapprovazione per una gestione delle operazioni vaccinali che appare inficiata da lacune e criticità - ritardi e incongruenze - su cui occorre al più presto fare chiarezza.

Tanto si esige con determinazione, atteso che si sarebbe probabilmente potuto fondare l'intera campagna vaccinale su un'analisi più accorta del fabbisogno reale, su una rilevazione più attenta delle adesioni, su un sistema di controllo più articolato e, dunque, su un modello organizzativo più efficace e trasparente.

Questo gruppo di cittadini si appella alle autorità in indirizzo per sollecitare un "cambio di passo" nella gestione dei delicati processi in atto, nell'interesse di tutti e di ciascuno, nell'esclusiva promozione - tanto più in tempo di pandemia - del bene comune.