Regio: Catania

Salviamo la Scogliera D'Armisi a Catania

Petitie is gericht aan
Sindaco di Catania, Consiglio comunale di Catania, Sovrintendenza di Catania

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Nieuws

13-09-2025 18:46

Care firmatarie e cari firmatari,
prima di parlare di cose più “serie”, da dove viene il nome “Scogliera dell’Armisi”?
Troviamo alcune informazioni in un utile volume su Catania, dal titolo 111 luoghi di Catania che devi proprio scoprire, scritto da Florinda Giannino e Marco Lo Curzio. Il “luogo da scoprire” numero 89 è proprio Il lido Scogliera d’Armisi. Citiamo da lì: “La Scogliera d’Armisi è il tratto di costa più vicino al centro urbano, interamente costituito da roccia lavica, e si estende per circa un chilometro dall’attuale piazza dei Martiri fino a Piazza Galatea, prima del borgo di San Giovanni li Cuti. L’origine è riconducibile alla seconda delle tre colate preistoriche che definirono la morfologia dell’intero insieme fondativo della città. Si tratta di un patrimonio naturale unico, con grotte, insenature e rilievi studiati per la complessa morfologia derivata dall’azione erosiva del mare nel tempo. Il suo nome è probabilmente una contrazione di Artemision, il tempio dedicato al culto di Artemide, che pare sorgesse in questa zona (...). A fine Ottocento, quando ancora le spiagge della Plaia erano difficilmente raggiungibili, su queste scogliere i catanesi organizzarono i primi stabilimenti balneari pubblici, costruendo su complessi sistemi di palafitte in legno le prime cabine e inaugurando un rituale che sarebbe diventato tradizione per generazioni di catanesi. Ancora oggi il lido propone l’esperienza del mare come allora, ritagliando in piena città uno spazio riservato, incastrato proprio sotto la stazione dei treni; vi si accede imboccando un tunnel seminascosto (…) in piazza Giovanni XXIII. Il sottopassaggio, percorso in penombra, ha il potere di lasciare lentamente la città alle spalle e predisporre all’unica prospettiva che si percepisce dal lido, verso un orizzonte di solo mare. Il lido è accessibile sempre, le tariffe sono contenute (…). L’idea è che una pausa al mare debba poter essere un piacere per tutti.”
Non c’è una parola da aggiungere, basta solo leggere e rileggere la felice descrizione di questo “mare per tutti”, che qualcuno vorrebbe trasformare in un mare di cemento e per pochi.
Quindi sarebbe svelato – ma il condizionale va usato in casi di fatti e nomi antichi – il mistero del toponimo. Armisi verrebbe da Artemision/Artemisi/Armisi, quindi dal nome della dea greca della accia, Artemide, che i romani chiamavano Diana. Molti elementi fanno pensare che sia così; elenchiamoli.
1) Il culto di Artemide era molto diffuso nella città da cui venivano i coloni Greci, Calcide, e in generale dalla Calcidica, la regione dell’antica Grecia che colonizzò Catania
2) Il culto di Artemide in età greca trova terreno fertile nella sicilia Orientale; c’è un importante Artemision a Siracusa, ma luoghi di culto di questa dea si trovano anche in altre città siciliane e reperti che testimoniano il culto di Artemide sono stati ritrovati in altri santuari catanesi di età greca.
3) Le zone che si affacciano al mare spesso sono dedicate dai Greci a santuari e templi, che servivano come luoghi di incontro con i navigatori; a Catania, qualche chilometro più a nord si trovava il tempio di Atena Longane, che darà il toponimo a Ognina
4) Infine, il culto di Artemide si lega a una tradizione del mito che vuole che le armi della dea fossero state forgiate nelle officine di Efesto, nelle grotte laviche dell’Etna (si veda E. Ciaceri, Culti e miti nella storia dell’antica Sicilia)
Così, troviamo questo testo sul sito Facebook dell’associazione Genius Loci : “Sin da IV secolo a.C. nella odierna Civita, nella vicinanza della attuale piazza dei Martiri, esisteva il tempio di Artemide, Artemision o Diana, la dea della caccia. Ne era vietato l’accesso alle donne sposate e le sue sacerdotesse dovevano essere vergini. Il tempio di Catania, in stile ionico, aveva il privilegio del diritto di asilo. Le feste dedicate alle dea, le artemisie, si svolgevano in aprile e per la grande affluenza di persone si trasformavano in un grande bazar all’aperto in cui si vendevano amuleti e simulacri del tempio e delle icone presenti. Il tempio fu distrutto dall’eruzione del 135 a.C., dando il nome alle scogliere del Larmisi. Ricostruito 10 anni dopo, durante l’avvento del cristianesimo fu abbandonato a sé stesso per essere poi seppellito dalle lave del 1381.”
Insomma, l'ipotesi del nome regge...
Adesso qualcosa di meno gradevole; trovate nell’articolo allegato la notizia che la società privata che aveva chiesto la concessione per costruire il porto chiede adesso i danni al comune e all'AdSP. Ma com’è possibile che tutti sono sicuri che questo porto che cancella la scogliera si deve fare? E cosa succederebbe se i danni li chiedessimo noi cittadini catanesi?
Intanto oggi la stagione del lido si chiude, ma non chiude la Scogliera e non chiudono le attività del Comitato, che continuerà ad aggiornarvi, a prendere firme e informarvi costantemente, su novità importanti, in arrivo...
A presto
Comitato della Scogliera d’Armisi di Catania


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